Il dato politico più importante di questi ultimi giorni è il
seguente: Nino Formicola, il Gaspare di quello che fu il noto duo comico
Zuzzurro e Gaspare, ha vinto l'Isola dei Famosi.
È l'immagine di una Italia nostalgica, quando la comicità era quella roba da Drive In
che, tra un blocco pubblicitario ed un altro, ti faceva ridere per
venderti meglio un prodotto. Stavamo meglio, forse, in quell'Italia.
Avevamo la lira invece dell'euro. A Roma c'erano i rituali paludati
della politica ma Milano era tutta da bere.
Formicola è anche l'immagine di un uomo che ha avuto soldi e successo
e poi si è trovato nel cono d'ombra della solitudine e dell'oblio. Ha
attraversato momenti duri e bui ma ha avuto la forza, ormai avanti negli
anni, di rialzarsi e conquistare una nuova possibilità di vittoria.
Come un lampo, dentro al televisore, si è ripreso la scena.
Insomma, Silvio Berlusconi ha vinto l'Isola dei Famosi.
La politica è un reality show, ormai. Ne ha tutti i
meccanismi drammaturgici. Basta vedere le vicende di queste
consultazioni post-elettorali per la formazione del Governo. Complotti,
tranelli, gossip, intrighi, scandali e scandaletti. Quelle dei politici
non sono più storie umane ma “percorsi”. Su tutto, tanto tanto tanto
chiacchiericcio da salotto televisivo, che si spande su ogni palinsesto.
Se la politica è un reality show, è evidente che il dott. Silvio si riprenda la scena. È un maestro in questo.
C'è tuttavia un dato di realtà politica, non di reality, che
è insopprimibile. Il M5S e la Lega, le due forze che sono uscite
rafforzate dalle elezioni e che rappresentano il cambiamento rispetto
alla politica tradizionale, hanno insieme la maggioranza in Parlamento.
Sono anche maggioranza nel Paese, oltre che per numeri, dal punto di
vista sia politico che sociologico. Nella realtà queste due forze un
accordo di governo l'avrebbero già raggiunto, ma nel reality
c'è Silvio di mezzo. E Salvini non può certo abbandonare l'alleato
poiché, è regola non scritta ma perentoria, se tradisci l'amico e lo
mandi in nomination per vincere il programma, e il pubblico se ne accorge – se ne accorge sempre – poi al televoto ti massacra.
E allora bisogna uscire dal reality e tornare alla realtà.
Ci sono due percorsi possibili (uno non esclude l'altro), partendo
dal dato insopprimibile della maggioranza numerica e socio-politica, per
renderla effettiva maggioranza parlamentare.
Il primo percorso è lineare: si prende atto che il centrodestra non
può dividersi in questa legislatura. È anche giusto. I molti candidati
dell'uninominale sono stati eletti con i voti della coalizione, non dei
singoli partiti.
Indipendentemente dalla formazione di un Governo, si formi dunque un
asse parlamentare tra M5S e Lega che si accordi essenzialmente per fare
due cose: predisporre un DEF (Documento di Economia e Finanza) condiviso
ed il più dettagliato possibile, ipotecando così la manovra finanziaria
che sarà approvata a fine anno. Ciò si può realizzare nelle commissioni
parlamentari o creando un tavolo programmatico apposito.
Fare, quindi, una nuova legge elettorale che tolga di mezzo le
coalizioni. Il sistema spagnolo, già proposto dal M5S nella scorsa
legislatura, andrebbe benissimo: un proporzionale con collegi piccoli
che tende a premiare le formazioni più grandi ma salvaguardando quelle
con forte insediamento territoriale. A settembre-ottobre si torna a
votare.
Nel futuro Parlamento l'accordo di governo tra M5S e Lega sarebbe
così uno sbocco del tutto naturale. Le due forze potrebbero siglare un
accordo tra gentiluomini sulla base dei rispettivi rapporti di forza per
la guida del Governo. Se una delle due forze prevalesse nettamente, ad
esempio con oltre dieci punti di margine, esprimerà senz'altro la
Presidenza del Consiglio. In caso contrario sarà una scelta condivisa,
magari su una figura terza.
Il secondo percorso è spettacolare (in senso situazionista):
Di Maio dovrebbe ingaggiare direttamente Berlusconi senza preoccuparsi
ormai di rimetterlo in tal modo al centro della scena, che si è già
conquistato da solo.
Ingaggiarlo significa sottrarlo al reality ed inchiodarlo
alla realtà: incalzandolo, stanandolo, soverchiandolo di proposte e
costringendolo a rispondere sui dati reali. Anche durante faccia a
faccia, in streaming, in televisione: ci sta a fare una legge
di riforma del sistema radio-televisivo? Una legge sul conflitto di
interessi? Sulla lotta alla corruzione?
Andare a vedere ogni suo bluff anche a costo di farci un
governo insieme, purché il M5S ne abbia un effettivo controllo (anche
senza la presidenza del consiglio a Di Maio ma su una direttrice solida
con la Lega) per alzare continuamente la posta del rinnovamento,
sfidandolo. Così dimostrando ciò che il dott. Berlusconi è in realtà: un
uomo anziano e stanco, strenuamente aggrappato al potere per difendere i
suoi interessi, non quelli del Paese. Solo in questo modo il
centrodestra potrebbe lacerarsi ed implodere, ed a farlo saltare
potrebbe essere lo stesso Berlusconi. Ma M5S e Lega la maggioranza ce
l'hanno anche senza di lui.
Ah, Nino Formicola ha svelato il segreto della sua vittoria all'Isola dei Famosi.
Non si è comportato come un concorrente ma come un normale spettatore.
Vuoi vedere che, a questo giro, anche sessanta milioni di spettatori italiani possono vincere il loro reality show?