lunedì 4 giugno 2018

In morte di Soumaila Sacko


Ma a voi sembra normale che un ragazzo nel pieno delle sue forze fisiche e morali, invece di lottare per i propri diritti nel suo Paese e cercare di costruire lì uno Stato più forte ed indipendente, venga catturato in un sistema che tritura le vite e lo porta a farsi schiavo in un Paese straniero e a vivere in una baracca come un animale? E ad essere ammazzato come un cane?
In questa fase storica l'emigrazione di massa è un perverso e perfetto ingranaggio di quel sistema più ampio che si chiama sviluppo capitalistico. In tale ingranaggio va messa una zeppa e quindi bloccato o continuerà a produrre morte e sfruttamento, senza fine. 
Questo è ciò su cui le nostre comunità devono intervenire come obiettivo primario. Le grida al razzismo di stato da parte di chi, finora, non ha fatto altro che creare un business sulle tragedie altrui, fanno solo e letteralmente schifo. 
Non li voglio nemmeno aiutare a casa loro. Che ci restino a casa loro e si aiutino da soli, ne hanno tutte le risorse e possibilità, e si oppongano con tutte le loro forze a noi "occidentali" da cui finora hanno avuto riservato solo il peggio che il nostro mondo abbia prodotto.  
Si badi bene, sia da quelli che li volevano scientemente sfruttare, sia da quelli che pensavano di "educarli". La civiltà africana non ha bisogno della nostra civiltà razzista, tanto meno nella variante "buonista".