Il MoVimento 5 Stelle non è formato da "puri" ma da persone comuni che
possono commettere errori, in buona o mala fede, magari in un momento di
debolezza o di difficoltà. Oppure da persone che sono entrate in
politica attratte da miraggi o volontà personalistiche e non da quello
spirito più volte evocato da persone come Alessandro Di Battista, per
cui ciò che conta è l'impegno personale al servizio del benessere
comune, il farsi carico, assumersi la responsabilità di Esseri umani
in una Comunità sociale.
In quanto formato da persone comuni il
MoVimento non è e non sarà mai esente da errori. Non è questa la cosa
importante. Ciò che conta è invece l'impegno moralizzatore che questa
Comunità in costruzione vuole portare in politica. Questa azione deve
essere dimostrata nei fatti e non solo negli impegni teorici. Significa
che bisogna tenere sempre alta la guardia, che gli impegni presi vanno
rispettati e che conseguentemente chi sbaglia paga, anche qualora si
tratti di amici o di persone su cui si fosse riposta la massima fiducia.
Significa avere un sistema di controlli efficaci al proprio interno
senza dover aspettare che siano altri, da fuori, a scoprire qualche
eventuale magagna.
Sappiamo bene quanto la questione morale in Italia sia urgente, forse irrecuperabile. Quanto la corruzione sia dilagata e dilagante tanto da essere, ormai, "sistema". Non mi basta la spiegazione che ciò sia dovuto a una certa indole del popolo italico, incline ad una "mafiosità" che magari si esprime anche in piccoli comportamenti quotidiani, di per sè innocui ma che sommandosi creano un fenomeno sociale.
Ci sono anche precise motivazioni storico-politiche alla base del "sistema". Laddove un Potere si esplica attraverso un metodo di governo orientato al controllo e alla detenzione del potere stesso, e utilizza ogni metodo, dai rapporti organici con la malavita organizzata alla strutturazione sociale secondo clientelismo che sfocia necessariamente in partitocrazia, non c'è da stupirsi se anche la gente comune si adegui all'andazzo generale.
La questione morale è dunque imprescindibile per qualunque forza politica che voglia cambiare la condizione attuale della Nazione. Significa mettere mano alle fondamenta, marce, di questa Nazione.
Per fare questo non possiamo che affidarci alle persone migliori che conosciamo, ma senza delegare, essendo noi stessi al loro fianco come supporto contro minacce e protezione da eventuali tentazioni. Cercando di migliorare, mentre si moralizza la società, prima di tutti noi stessi
Sappiamo bene quanto la questione morale in Italia sia urgente, forse irrecuperabile. Quanto la corruzione sia dilagata e dilagante tanto da essere, ormai, "sistema". Non mi basta la spiegazione che ciò sia dovuto a una certa indole del popolo italico, incline ad una "mafiosità" che magari si esprime anche in piccoli comportamenti quotidiani, di per sè innocui ma che sommandosi creano un fenomeno sociale.
Ci sono anche precise motivazioni storico-politiche alla base del "sistema". Laddove un Potere si esplica attraverso un metodo di governo orientato al controllo e alla detenzione del potere stesso, e utilizza ogni metodo, dai rapporti organici con la malavita organizzata alla strutturazione sociale secondo clientelismo che sfocia necessariamente in partitocrazia, non c'è da stupirsi se anche la gente comune si adegui all'andazzo generale.
La questione morale è dunque imprescindibile per qualunque forza politica che voglia cambiare la condizione attuale della Nazione. Significa mettere mano alle fondamenta, marce, di questa Nazione.
Per fare questo non possiamo che affidarci alle persone migliori che conosciamo, ma senza delegare, essendo noi stessi al loro fianco come supporto contro minacce e protezione da eventuali tentazioni. Cercando di migliorare, mentre si moralizza la società, prima di tutti noi stessi
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