Le ultime elezioni hanno certificato che
questa Italia politicamente in transizione, tripolarizzata, risulterà
difficilmente governabile finché non si definiranno nuove composizioni
politiche ed elettorali nel Paese. Vorrei in questa sede proporre due
riforme istituzionali che potrebbero aiutare in questo frangente la
governabilità e accompagnare il consolidamento di un diverso quadro
politico. Si tratta di un nuovo sistema elettorale ed un nuovo strumento
referendario di democrazia diretta.
Il sistema elettorale “duplex”.
La particolarità di questo nuovo sistema
elettorale è che l'elettore potrà esprimere un voto duplice sulla
scheda (da qui la denominazione). L'elettore troverà la scheda divisa in
due parti, perfettamente identiche, riportanti ciascuna i simboli di
tutte le liste concorrenti (liste singole, non coalizioni). Su ciascuna
parte della scheda l'elettore potrà esprimere un voto per una lista, il
voto 1 e il voto 2. Il voto 2 dovrà essere necessariamente diverso dal
voto 1, altrimenti sarà nullo. L'elettore dunque avrà la facoltà di
esprimere due voti per due liste diverse sulla stessa scheda.
La lista elettorale che sarà
complessivamente più votata sommando i voti 1 e i voti 2, otterrà tanti
seggi in proporzione al risultato ottenuto. I seggi rimanenti verranno
distribuiti tra le altre liste in proporzione ai consensi ottenuti
esclusivamente con il voto 1.
Facendo un esempio: L'organo elettivo si
compone di 100 seggi. Una lista X ottiene il 40% dei voti 1 e il 10%
dei voti 2 risultando, complessivamente, la più votata. Ottiene dunque
il 50% dei seggi, pari a 50. Le altre tre liste che concorrono alla
elezione (lista Y, W, Z) ottengono rispettivamente il 30% di voti 1, il
20%, e il 10%. Concorrendo per l'assegnazione dei 50 seggi rimanenti, la
lista Y otterrà 26 seggi (invece di 30, se si fosse trattato di un
proporzionale puro, e assegnandole in questo caso anche il seggio
risultante dai resti), la lista W 16 seggi, la lista Z 8 seggi.
Il voto 2 risulta dunque essere un vero e
proprio premio di governabilità/maggioranza alla lista complessivamente
più votata, e funge da correzione di un sistema proporzionale
altrimenti puro. A differenza dei premi elettorali vigenti in alcuni
sistemi elettorali, che sono premi di entità fissa che scattano al
raggiungimento di soglie fisse, nel sistema “duplex” il premio ha entità
variabile e viene assegnato alla lista complessivamente più votata. È
dunque il voto dell'elettore, nella sua piena e massima espressione, a
definire sia l'ammontare del premio che la sua assegnazione.
Il “duplex”
assomma dunque in sé le caratteristiche della massima rappresentatività
del corpo elettorale, tipica di un modello proporzionale, e della
governabilità consistente in un premio, anch'esso deciso dagli elettori,
per la lista più votata.
A questo modello si potranno poi
applicare, o meno, altri correttivi e tecnicalità varie (soglie di
sbarramento, preferenze di lista, criteri di assegnazione dei resti,
criteri di raccolta firme per la presentazione delle liste, ecc.) che
però non intaccano l'essenza del sistema delineato.
La filosofia che sottende tale modello può essere osservata da diverse angolazioni.
Dal punto di vista dell'elettore, la
facoltà di esprimere un voto duplice consente, in particolare per i
sostenitori delle liste minori, di votare la lista/partito da cui si
sente maggiormente rappresentato e al contempo fare ricorso ad un voto
“utile” per indicare uno schieramento da cui essere governato. Il
secondo voto, infatti, può essere indirizzato verso quel partito a cui
si vorrebbe dare la maggioranza o con cui si vorrebbe vedere coalizzato
il proprio partito di appartenenza. Detto più prosaicamente, il voto 1 è
il voto del cuore, il voto 2 il voto della testa.
Dal punto di vista delle forze
politiche, il voto duplice rivoluziona il modo di fare campagna
elettorale. Se il sistema elettorale proporzionale spinge a marcare le
differenze con gli altri concorrenti (essendo un sistema che porta allo
scontro di tutti contro tutti) la correzione del doppio voto spinge
soprattutto le forze maggiori, al contrario, a ricercare confluenze sui
temi con altre liste in modo da attirarne il secondo voto dei
simpatizzanti.
Inoltre, una volta conosciuti i
risultati, la forza che avrà ottenuto il premio, se non avesse la
maggioranza assoluta ma essendo perno con la maggioranza relativa, avrà
avuto anche una chiara indicazione su di una eventuale coalizione di
governo direttamente dall'elettorato: i propri elettori avranno indicato
una vicinanza ad altre specifiche liste con il voto 2, gli elettori di
altre specifiche liste l'avranno sostenuta consentendole di accedere al
premio.
Il referendum legislativo.
Il referendum legislativo ha
caratteristiche peculiari che lo accostano, ma rimanendone
differenziato, ad altri tipi di referendum attualmente applicati
internazionalmente e che sono il referendum propositivo, quello di
indirizzo (consultivo) e il confermativo.
Il referendum legislativo prende impulso
dal potere legislativo (dal Parlamento) e successivamente si fa appello
al corpo elettorale.
Un gruppo di parlamentari (cioè una
frazione, comunque minoritaria, della camera di appartenenza – da 1/5
fino al massimo di 1/4 se si vuole ottenere una certa funzionalità – )
sottoscrive una proposta di disegno di legge e la deposita, ad esempio
presso la Commissione competente per materia. Entro un congruo termine,
un analogo gruppo di parlamentari può presentare, esclusivamente sulla
stessa materia, un disegno di legge da contrapporre al precedente.
Scaduti i termini, tali disegni di legge sono presentati tramite
referendum al corpo elettorale che sceglierà se e quale adottare o
respingere. Nel caso di opzioni plurime (più disegni di legge), se
nessuna opzione ha la maggioranza assoluta al primo turno, si prevederà
un turno di ballottaggio tra le due opzioni più votate. Quando un
disegno di legge ottenga l'approvazione del corpo elettorale, si
procederà necessariamente alla sua promulgazione.
Per non inflazionare tale strumento si
potrà prevedere che durante l'anno solare un parlamentare possa
sottoscrivere un numero limitato (anche uno solo) di disegni di legge da
sottoporre a referendum popolare.
Anche in questo caso la filosofia del
referendum legislativo può essere vista sotto varie angolazioni. Può
essere uno strumento particolarmente utile in caso di maggioranza
parlamentare eterogenea e per consentire la partecipazione della
minoranza al potere legislativo.
Nel primo caso, la maggioranza potrebbe
trovare un accordo programmatico di legislatura su alcuni temi, ma
essere in disaccordo su altri. Potrebbe quindi trovare un accordo
complessivo di governo, utilizzando il referendum legislativo, per dare
la scelta direttamente al popolo circa la regolamentazione di
determinate materie su cui la maggioranza non ha trovato un accordo,
presentandogli diverse proposte di legge contrapposte.
In ogni caso lo strumento è utilizzabile
dalle minoranze, purché dotate di una certa consistenza numerica, per
far adottare testi di legge, su talune materie specifiche, che avessero
il favore della popolazione ma non della maggioranza parlamentare.
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